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Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
























Titolo originale: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Paese: Italia
Anno: 1970
Durata: 112 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1,85:1
Genere: drammatico
Regia: Elio Petri
Soggetto: Elio Petri, Ugo Pirro
Sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro
Produttore: Marina Cicogna e Daniele Senatore per Vera Film
Distribuzione (Italia): Euro International Film

Interpreti e personaggi

* Gian Maria Volonté: il dirigente di Polizia
* Florinda Bolkan: Augusta Terzi
* Gianni Santuccio: il Questore
* Salvo Randone: l'idraulico
* Orazio Orlando: Maresciallo Biglia
* Arturo Dominici: Dottor Mangani
* Aldo Rendine: Dottor Panunzio
* Sergio Tramonti: Antonio Pace, l'anarchico
* Vittorio Duse: Canes

Doppiatori italiani:

* Corrado Gaipa: l'idraulico

Fotografia: Luigi Kuveiller
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musiche: Ennio Morricone

Premi:

* Festival di Cannes 1970: Grand Prix Speciale della Giuria
* 2 David di Donatello 1970: miglior film e miglior attore protagonista (Gian Maria Volonté)
* Premi Oscar 1971: Oscar al miglior film straniero
* Kansas City Film Critics Circle Awards 1972: miglior film straniero

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un film del 1970 diretto da Elio Petri ed interpretato da Gian Maria Volontè e Florinda Bolkan, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 23° Festival di Cannes e del Premio Oscar 1971. Sono da sottolineare la colonna sonora firmata da Ennio Morricone, la scenografia e la fotografia.

Trama:

l giorno stesso della sua promozione al comando dell'Ufficio Politico della Questura, il capo della sezione Omicidi (Gian Maria Volonté), uomo all'antica e reazionario, assassina la propria bellissima amante (Florinda Bolkan) nel suo appartamento, in via del Tempio n° 1. Il film è realizzato con la tecnica dei flash back nei quali viene rivelato che Augusta Terzi invitava il commissario ad abusare del proprio potere o a narrargli particolari scabrosi cui aveva assistito nelle vesti di poliziotto o, ancora, lo provocava parlandogli di una sua relazione con un giovane "rivoluzionario" che altri non è, poi, che lo studente Pace. Consapevole e contemporaneamente incapace di sostenere il potere che egli stesso incarna, il poliziotto dissemina la scena del delitto di prove e, durante le indagini, alternativamente ricatta, imbecca e depista i colleghi che si occupano del caso. Se in un primo momento ciò che guida il protagonista pare essere l'arroganza di chi confida nella propria insospettabilità, la veridicità di questa convinzione viene via via smentita dai fatti.

Il poliziotto assassino, in virtù della vittoria dell'ordine costituito, finisce per agognare alla propria punizione, che tuttavia gli viene preclusa dal suo potere e dalla sua posizione: l'unico testimone dei fatti, un anarchico individualista, non vorrà denunciarlo per poterlo ricattare ("Un criminale a dirigere la repressione: è perfetto!" esclama durante l'interrogatorio).

Il protagonista oramai deciso sulla sua posizione autopunitiva, consegna una lettera di confessione ai suoi colleghi, e - invocando quale unica attenuante il fatto di essere stato continuativamente preso in giro dalla propria vittima - s'impone gli arresti domiciliari: a casa, nell'attesa del suo arresto ufficiale, si addormenta e sogna di essere costretto dai suoi superiori a firmare la "confessione della propria innocenza". Al risveglio, con l'arrivo dei pezzi grossi della polizia, lo attende il vero finale, non svelato esplicitamente dal regista ma caratterizzato dalla citazione di Franz Kafka che chiude il film: «Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano.»

* Festival di Cannes 1970: Grand Prix Speciale della Giuria.
* Premi Oscar 1971: miglior film in lingua straniera.




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