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L'ultimo spettacolo

























Titolo originale: The Last Picture Show

Paese: USA
Anno: 1971
Durata: 118 min
Colore: B/N
Audio: sonoro
Rapporto: 1.85 : 1
Genere: drammatico
Regia: Peter Bogdanovich
Soggetto: Larry McMurtry (romanzo)
Sceneggiatura: Peter Bogdanovich e Larry McMurtry
Produttore: Stephen J. Friedman
Produttore esecutivo: Bert e Harold Schneider
Casa di produzione: Columbia Pictures

Interpreti e personaggi

* Timothy Bottoms : Sonny Crawford
* Jeff Bridges : Duane Jackson
* Cybill Shepherd : Jacy Farrow
* Ben Johnson : Sam the Lion
* Cloris Leachman : Ruth Popper
* Ellen Burstyn : Lois Farrow
* Eileen Brennan : Genevieve
* Clu Gulager : Abilene
* Sam Bottoms : Billy
* Sharon Ullrick : Charlene Duggs
* Randy Quaid : Lester Marlow

Fotografia: Robert Surtees
Montaggio: Donn Cambern, Peter Bogdanovich (non accred.)
Effetti speciali:
Musiche: Musiche non originali
Scenografia: Polly Platt e Walter Scott Herndon

Premi:

* 2 Premi Oscar 1972: miglior attore non protagonista (Ben Johnson), miglior attrice non protagonista (Cloris Leachman)
* BAFTA: BAFTA al miglior attore non protagonista (Ben Johnson), BAFTA alla migliore attrice non protagonista (Cloris Leachman), BAFTA alla migliore sceneggiatura
* Golden Globe 1972: Golden Globe per il miglior attore non protagonista (Ben Johnson)
* 2 National Board of Review Awards 1971: miglior attore non protagonista (Ben Johnson), miglior attrice non protagonista (Cloris Leachman)
* Kansas City Film Critics Circle Awards 1973: miglior attrice non protagonista (Cloris Leachman)

L'ultimo spettacolo è un film del 1971 diretto da Peter Bogdanovich.

Girato in bianco e nero come da suggerimento di Orson Welles, il film è il primo successo di Peter Bogdanovich, che prima di diventare regista era stato un accanito cinefilo e un accreditato critico cinematografico.

Nel 1998 L'ultimo spettacolo è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Trama:

Siamo nei primi anni cinquanta: ad Anarene, città immaginaria del Texas, una saletta di periferia sta per chiudere i battenti. L'ultima proiezione del cinemino (Il fiume rosso di Howard Hawks) sancisce la fine della giovinezza per i due amici Sonny e Duane, per Jacy, la ragazza di quest'ultimo, e per un gruppo di amici. Di lì a poco, la guerra di Corea sacrificherà migliaia di giovani americani.

Il film non ha un commento musicale originale: se si eccettuano i titoli di testa e di coda, in tutte le scene in cui vi è una musica di sottofondo, questa proviene da una radio, da un juke box o da un giradischi portatile. Nella scena del ballo, la musica è quella eseguita dal gruppo The Leon Miller Band. Si tratta ovviamente di brani d'epoca:

* Cold, Cold Heart (Hank Williams) cantata da Tony Bennett
* Give Me More, More of Your Kisses (Lefty Frizzell, Ray Price, Jim Beck) cantata da Lefty Frizzell
* Wish You Were Here (Harold Rome) cantata da Eddie Fisher
* Slow Poke (Pee Wee King, Redd Stewart, Chilton Price) cantata da Pee Wee King
* Blue Velvet (Bernie Wayne, Lee Morris) cantata da Tony Bennett
* Rose, Rose, I Love You (Wilfrid Thomas, Chris Langdon) cantata da Frankie Laine
* You Belong To Me (Pee Wee King, Redd Stewart, Chilton Price) cantata da Jo Stafford
* A Fool Such As I (Bill Trader) cantata da Hank Snow
* Please, Mr. Sun (S. Frank, R. Getzov) cantata da Johnnie Ray
* Solitaire (R. Borek, C. Nutter, K. Guion) cantata da Tony Bennett

Nel 1990 Bogdanovich ha girato il seguito di questo film, sempre traendolo da un romanzo di Larry Mc Murtry. Intitolato Texasville, il sequel ha riunito quasi tutto il cast del primo film, ma non ne ha ottenuto lo stesso plauso e lo stesso successo critico.
















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Il mucchio selvaggio
























« Tutti sognamo di tornare bambini, anche i peggiori di noi. Forse i peggiori lo sognano più di tutti. »

(Don Jose)

Titolo originale: The Wild Bunch

Paese: Stati Uniti
Anno: 1969
Durata: 134 min (versione cinematografica)
145 min (director's cut)
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: western
Regia: Sam Peckinpah
Soggetto: Walon Green, Roy N. Sickner
Sceneggiatura: Walon Green, Sam Peckinpah

Interpreti e personaggi

* William Holden: Pike Bishop
* Ernest Borgnine: Dutch
* Robert Ryan: Deke Thorton
* Edmond O'Brien: Sykes
* Warren Oates: Lyle Gorch
* Ben Johnson: Tector Gorch
* Jaime Sánchez: Angel
* Emilio Fernández...Mapache
* Alfonso Arau: Lt. Herrera
* Alberto Dekker: Pat Herrigan
* Strother Martin: Coffer
* L.Q. Jones: T.C.
* Bo Hopkins: Crazy Lee
* Dub Taylor: Wainscoat
* Jorge Russek: May. Zamorra
* Rayford Barnes: Buck
* Paul Harper: Ross
* Chano Urueta: Don José
* Elsa Cárdenas: Elsa
* Bill Hart: Jess
* Stephen Ferry: Sgt. Mc Hale
* Aurora Clavel: Aurora


Doppiatori italiani:

* William Holden: Emilio Cigoli

Fotografia: Lucien Ballard
Montaggio: Lou Lombardo
Effetti speciali:
Musiche: Jerry Fielding Ross Hastings

Premi:

* National Society of Film Critics: miglior fotografia (Lucien Ballard)
* Motion Picture Sound Editors: miglior montaggio sonoro (dialoghi), miglior montaggio sonoro (lungometraggio)

Il mucchio selvaggio è un film western diretto dal regista Sam Peckinpah, e può essere definito un "western revisionista"; l'epopea dei cowboy alla John Wayne e degli eroi della frontiera tramontava, lasciando spazio ad un gruppo di sanguinari pistoleros pronti a tutto.

Il film (che buona parte della critica statunitense considera tra i 10 migliori western di sempre) divenne famoso non tanto per l'eccellente cast (William Holden, Ernest Borgnine, Robert Ryan, Warren Oates per citarne alcuni) o per la storia truculenta e "sporca" dei protagonisti, quanto per la scena finale del massacro.

Minuti interminabili con ampio uso del ralenti e sangue a fiumi in un parossismo nuovo per gli anni sessanta. Niente eroi. Nessun personaggio positivo. Inseguiti ed inseguitori sono crudeli e spietati.

Nel 1999 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Trama:

Il bandito Pike Bishop e la sua banda svaligiano la banca della ferrovia. Un gruppo di tagliagole capeggiato da un ex appartenente al mucchio, ingaggiato da un dirigente della ferrovia, decima i fuorilegge e si lancia all'inseguimento dei superstiti.

Dopo aver scoperto di essere caduti in una trappola (il bottino sono delle rondelle di acciaio), e sempre inseguiti dai loro cacciatori, sconfinano in Messico e raggiungono un villaggio dove vive la famiglia di un componente del mucchio.

Alla testa di cinque uomini Pike raggiunge poi la città messicana di Agua Verde, dove si trova l'esercito che combatte contro Pancho Villa. Il capo delle truppe, Mapachi, auto-nominatosi generale, propone a Pike di impadronirsi di un carico di armi dell'esercito USA in cambio di diecimila dollari.

L'impresa va a segno. Mapachi però si avvede che uno dei banditi ha rubato una cassa di armi per sé, proprio allo scopo di rifornire il suo villaggio sostenitore di Pancho Villa. Scatta automaticamente la tortura, e quindi l'omicidio. Per vendicare il sodale ucciso, Pike e gli altri ingaggiano la celebre sparatoria finale.

* Il montatore Lou Lombardo sostiene che la versione originale contiene circa 3.643 inquadrature, un numero spropositato per ogni altro film realizzato in Technicolor. Alcune di queste sono così brevi - tre o quattro fotogrammi in tutto - da risultare impercettibili all'occhio umano.[1]
* Per il ruolo che fu poi di William Holden il regista aveva pensato prima a Lee Marvin, Burt Lancaster, James Stewart, Charlton Heston, Gregory Peck, Sterling Hayden, Richard Boone e Robert Mitchum.
* Per girare la scena conclusiva ci sono voluti 12 giorni e 10.000 finte pallottole.[2]
* La rapina al treno non era prevista nella sceneggiatura iniziale. Molte scene sono state improvvisate.
* Il film è tratto da un racconto di Roy N. Sickner, attore e stuntman. La sceneggiatura fu scritta da Walon Green, poi riscritta da Sam Peckinpah stesso. Temendo di non apparire più come sceneggiatore, Green deferì la questione al sindacato che cambiò le regole. Da allora, almeno il 60% della sceneggiatura deve essere scritto dal regista prima che questi possa rivendicarne la paternità.
* Il mucchio selvaggio era il nome che la stampa attribuì alla banda del vero bandito Butch Cassidy.
* Il passo zoppicante di Ernest Borgnine non era una finzione. S'era rotto veramente la gamba sul set di I sei della grande rapina.
* La scena in cui la banda attraversa il confine per rifugiarsi in Messico contiene un clamoroso errore. Infatti, quello che dovrebbe essere il Rio Grande, scorre da sinistra verso destra rispetto ai banditi provenienti da Nord, cioè in senso opposto a quello reale.
* Il nome "Il mucchio selvaggio", è utilizzato anche in un altro film: "Il mio nome è nessuno" di Tonino Valerii con Henry Fonda e Terence Hill. Il nome del regista, "Sam Peckinpah", nominato da Terence Hill in una scena del film, è il nome scritto su una lapide in un cimitero.
* Dal 1995 è disponibile in home video una versione director's cut. Nell' edizione italiana le scene inedite non sono state sottoposte ad un doppiaggio con nuove voci ma semplicemente sottotitolate.

Note:

1. ^ "Trivia for The Wild Bunch"[1].
2. ^ "Trivia for The Wild Bunch"[2].











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Il gigante
























Titolo originale: Giant

Paese: USA
Anno: 1956
Durata: 201 min
Colore: colore
Genere: drammatico
Regia: George Stevens
Soggetto: Edna Ferber (dall'omonimo romanzo)
Sceneggiatura: Fred Guiol, Ivan Moffat

Interpreti e personaggi

* Elizabeth Taylor: Leslie Lynnton Benedict
* Rock Hudson: Jordan 'Bick' Benedict Jr.
* James Dean: Jett Rink
* Carroll Baker: Luz Benedict II
* Jane Withers: Vashti Snythe
* Chill Wills: Zio Bawley
* Mercedes McCambridge: Luz Benedict
* Dennis Hopper: Jordan Benedict III
* Sal Mineo: Angel Obregón II
* Rod Taylor: Sir David Karfrey
* Judith Evelyn: Mrs. Nancy Lynnton
* Earl Holliman: 'Bob' Dace
* Robert Nichols: Mort 'Pinky' Snythe
* Paul Fix: Dr. Horace Lynnton
* Alexander Scourby: Old Polo
* Fran Bennett: Judy Benedict
* Charles Watts: Giudice Oliver Whiteside
* Elsa Cárdenas: Juana Guerra Benedict
* Carolyn Craig: Lacey Lynnton
* Monte Hale: Bale Clinch
* Sheb Wooley: Gabe Target
* Mary Ann Edwards: Adarene Clinch
* Victor Millan: Angel Obregón Sr.
* Mickey Simpson: Sarge
* Pilar Del Rey: Mrs. Obregón
* Maurice Jara: Dr. Guerra
* Noreen Nash: Lona Lane
* Ray Whitley: Watts
* Napoleon Whiting: Jefferson Swazey

Doppiatori italiani:

* Micaela Giustiniani: Elizabeth Taylor
* Sergio Fantoni: Rock Hudson
* Giuseppe Rinaldi: James Dean
* Fiorella Betti: Carroll Baker
* Rina Morelli: Mercedes McCambridge
* Wanda Tettoni: Jane Withers
* Giorgio Capecchi: Chill Wills
* Gianfranco Bellini: Dennis Hopper
* Massimo Turci: Sal Mineo
* Corrado Pani: Rodney Taylor
* Augusto Marcacci: Paul Fix
* Tina Lattanzi: Judith Evelyn
* Vinicio Sofia: Alexander Scourby
* Mario Besesti: Charles Watts

Fotografia: William C. Mellor
Montaggio: William Hornbeck
Effetti speciali:
Musiche: Dimitri Tiomkin
Scenografia: Boris Leven

Premi:

* Premi Oscar 1957: Oscar al miglior regista
* David di Donatello 1957: miglior produttore straniero

Il gigante (Giant) è un film del 1956 diretto da George Stevens.

Il gigante a cui allude il titolo del film è lo stato del Texas, il maggiore dei cinquanta stati americani. Il film venne girato nella cittadina di Marfa.

La pellicola è passata alla storia come l'ultimo dei tre film in cui compare come protagonista James Dean. L'improvvisa morte di James Dean in un incidente stradale avviene proprio sul finire delle riprese.

Nel 2005 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

James Dean, Rock Hudson e Mercedes McCambridge si sono aggiudicati tre delle nove candidature all'Oscar per questo film tratto dal leggendario romanzo di Edna Ferber. Oscar alla miglior regia.

Trama:

Bick Benedict (Rock Hudson), discendente da una ricca famiglia di allevatori del Texas, sposa Leslie (Elizabeth Taylor), una bella ragazza del Maryland. I primi anni trascorrono in maniera un po' difficile per Leslie, che deve vincere l'ostilità della cognata, e deve abituarsi al modo di pensare della gente del Texas, che è molto diverso da quello della sua famiglia d'origine. Tra marito e moglie sorgono delle incomprensioni, che però sono presto superate e la loro vita viene allietata dalla nascita di tre figli. Bick Benedict, uomo all'antica dai solidi valori etici, presto nota che il mondo intorno a lui cambia, ma non riesce ad adattarsi a queste rapide trasformazioni. Questo atteggiamento causa una progressiva e inarrestabile discesa economica e sociale. Lo scontro in famiglia riguarda in particolare l'educazione dei figli, che non vogliono proseguire l'attività del padre, e le loro scelte di vita. Questo si evidenzia in particolar modo quando Jordan arriva a sposare, con sgomento razziale del padre, una giovane messicana di colore.

Tra i braccianti di Bick c'è un giovane povero ma ambizioso, Jett Rink (James Dean), che si invaghisce della sorella di Bick, benché si renda conto dell'impossibilità di questa relazione. Dalla sorella di Bick, morta in un incidente, Jett eredita un piccolo appezzamento di terreno che si rifiuta di vendere nonostante le generose offerte dei Benedict. In questo terreno egli vi scopre più tardi notevoli giacimenti di petrolio. Sfruttando questa incredibile risorsa, egli diventa ricco e acquisisce grande prestigio sociale e politico.

Per l'inaugurazione di un suo albergo egli organizza una grandiosa festa, alla quale partecipa anche la famiglia Benedict. In questa occasione Bick verrà a sapere che Jett fa la corte alla sua terzogenita, Luz, che s'è montata la testa. Intanto il personale di servizio dell'albergo manca di rispetto a Juana, la moglie di Jordy, per via del colore della sua pelle. In seguito a questo fatto i Benedict lasciano la festa e tornano nella loro vecchia casa nella quale, nonostante i contrasti e le amarezze, proseguiranno serenamente la loro vita.















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L'altalena di velluto rosso
























Titolo originale: The Girl in the Red Velvet Swing

Paese: USA
Anno: 1955
Durata: 109 min
Colore: colore
Genere: drammatico
Regia: Richard Fleischer
Soggetto:
Sceneggiatura: Walter Reisch e Charles Brackett
Produttore: Charles Brackett

Interpreti e personaggi

* Ray Milland: Stanford White
* Joan Collins: Evelyn Nesbit
* Farley Granger: Harry Kendall Thaw
* Luther Adler: Delphin Delmas
* Cornelia Otis Skinner: Sig.ra Thaw
* Glenda Farrell: Sig.ra Nesbit
* Frances Fuller: Sig.ra Elizabeth White
* Phillip Reed: Robert Collier
* Gale Robbins: Gwen Arden
* James Lorimer: McCaleb
* John Hoyt: William Travers Jerome
* Robert F. Simon: Manager
* Harvey Stephens: Hollingshead
* Emile Meyer:

Doppiatori italiani:

* Augusto Marcacci: Stanford White
* Dhia Cristiani: Evelyn Nesbit
* Gianfranco Bellini: Harry Kendall Thaw
* Renato Turi: Delphin Delmas
* Tina Lattanzi: Sig.ra Nesbit
* Amilcare Pettinelli: William Travers Jerome
* Mario Besesti: Robert Collier

Fotografia: Milton R. Krasner
Montaggio: William Mace
Effetti speciali: Ray Kellogg
Musiche: Leigh Harline
Scenografia: Stuart A. Reiss; Walter M. Scott
Costumi: Charles Le Maire

L'altalena di velluto rosso (The Girl in the Red Velvet Swing) è un film del 1955, diretto da Richard Fleischer con Joan Collins, Ray Milland e Farley Granger. Viene ricostruito, in maniera romanzata, il caso dell'omicidio di Stanford White nella New York d'inizio Novecento.

La storia narra della gelosia di Harry K. Thaw verso un vecchio amore di sua moglie la ballerina Evelyn Nesbit arrivando ad ucciderlo (si trattava di un architetto, Stanford White). L'omicidio avviene davanti a moltissima gente che stava assistendo ad uno spettacolo teatrale. Harry viene subito arrestato e processato. Verrà assolto per infermità mentale a seguito della deposizione della moglie.

Trama:

La giovanissima Evelyn Nesbit modella e attrice nelle riviste newyorkesi del primo Novecento, attira l'attenzione del famoso architetto Stanford White che, approfittando di un viaggio in Europa della moglie, diventa l'amante della ragazza. Anche lei ricambia l'amore di White che la toglie dal mondo dello spettacolo per mandarla a completare gli studi in un costoso college della buona società.

Harry Kendall Thaw, un giovane viziato e vizioso che considera l'architetto un suo rivale nella vita sociale di New York, si intestardisce a corteggiare anche lui Evelyn, finché riesce a convincerla a sposarlo, quando White la lascia. L'architetto si è reso infatti conto che sta rovinando la vita della ragazza che ama ma che non potrà mai sposare, non volendo ferire la moglie a cui è profondamente affezionato.

Thaw, che si trova in Europa con Evelyn, appena dopo le nozze, comincia a tormentarla con scene di gelosia, cercando di farle confessare presunte violenze di White nei suoi confronti. Per fare smettere quella tortura, Evelyn confessa cose inesistenti, rendendo sempre più folle di rabbia il marito.

Una sera, a uno spettacolo di Ziegfeld, Thaw vede il rivale seduto a un altro tavolo: imbestialito, si alza e gli spara, uccidendolo.

Arrestato, Thaw rischia la testa per l'omicidio commesso davanti a tanti testimoni. Ma la madre di Thaw convince Evelyn a salire sul banco dei testimoni: lì, Evelyn deve confessare di essere stata l'amante di White il quale la faceva salire su un'altalena di velluto rosso. Le descrizioni del suo rapporto con l'architetto infiammano l'opinione pubblica, e alla fine la giuria condanna Thaw per l'omicidio, ma dichiara anche la sua infermità mentale. Thaw è salvo e Evelyn esce dalla sua vita, con la reputazione rovinata.























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