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Duello al sole
























Titolo originale: Duel in the Sun
Paese: Stati Uniti
Anno: 1946
Durata: 138 min.
Regia: King Vidor
Soggetto: Niven Busch
Sceneggiatura: Oliver H.P. Garrett, David O. Selznick
Produttore: David O. Selznick
Fotografia: Lee Garmes, Ray Rennahan, Harold Rosson
Musiche: Stephen Foster, Dimitri Tiomkin, Allie Wrubel
Premi:Nomination all'Oscar per la migliore attrice protagonista (Jennifer Jones) e migliore attrice non protagonista (Lillian Gish)
Cast:
Jennifer Jones: Pearl Chavez
Joseph Cotten: Jesse McCanles
Gregory Peck: Lewt McCanles
Lionel Barrymore: Sen. Jackson McCanles
Herbert Marshall: Scott Chavez
Lillian Gish: Laura Belle McCanles
Walter Huston: Predicatore
Charles Bickford: Sam Pierce
Harry Carey: Lem Smoot
Joan Tetzel: Helen Langford
Butterfly McQueen: Vashti
Sidney Blackmer: L'amante
Scott McKay: Sid
Orson Welles: Voce narrante
Doppiatori italiani:
Lydia Simoneschi: Pearl Chavez
Giulio Panicali: Jesse McCanles
Emilio Cigoli: Lewt McCanles
Olinto Cristina: Sen. Jackson McCanles
Gaetano Verna: Scott Chavez
Franca Dominici: Laura Belle McCanles
Aldo Silvani: Predicatore, Voce narrante
Corrado Racca: Sam Pierce
Mario Corte: Lem Smoot
Micaela Giustiniani: Helen Langford
Rina Morelli: Vashti
Giorgio Capecchi: L'amante
Alberto Sordi: Sid


















Duello al sole è innanzitutto un film di David O. Selznick, cosa che già di per sè basterebbe a dare un'idea della grandiosità dell'opera, produttore di film come Via col vento e vero ideatore dell'atmosfera di torbida e bruciante sensualità, che permea tutta la pellicola. Duello al sole ha come regista accreditato King Vidor, ma poi collaborarono, non accreditati, Otto Brower, William Dieterle, Sidney Franklin, William Cameron Menzies e Josef von Sternberg. Gregory Peck invertì il ruolo di cattivo con Joseph Cotten, alterando il copione originale che ne prevedeva il contrario.


















Un film dalle ambizioni altissime (un western dai fortissimi toni melodrammatici e con protagonista una donna), assolutamente impressionante per l'uso espressionista del colore e la modernità della trama oltre che per la grandiosa messa in scena. Rimane giustamente famoso il fiammeggiante finale.




















Impressionante non soltanto per la risoluzione estrema del conflitto passionale che ha animato il film, quant'anche per la sapienza della messa in scena di una sequenza che dovrà riassumere un film comunicando elementi in forte contrasto. In ogni inquadratura e in ogni scelta si respira odio e amore.



















Sapendo della passione che Martin Scorsese nutre per il film è possibile ravvisare molti movimenti di macchina che poi il grande Martin ha poi fatto suoi. Compreso il suo famosissimo movimento in avanti rapido e secco che qui (non esattamente identico) è anticipato in un paio di occasioni. nel 1970 Action, la rivista dei registi americani, lo incluse nei dodici migliori western di ogni tempo.

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