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Via col vento






















Titolo originale: Gone with the Wind
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 1939
Durata: 222 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 1,37:1
Genere: drammatico, storico, epico
Regia: Victor Fleming
Soggetto: Margaret Mitchell
Sceneggiatura: Sidney Howard
Produttore: David O. Selznick
Casa di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer

Interpreti e personaggi

* Vivien Leigh: Rossella O'Hara (Scarlett O'Hara)
* Clark Gable: Rhett Butler
* Leslie Howard: Ashley Wilkes
* Olivia de Havilland: Melania Hamilton (Melanie Hamilton)
* Hattie McDaniel: Mami (Mammy)
* Thomas Mitchell: Gerald O'Hara
* Barbara O'Neil: Ellen O'Hara
* Laura Hope Crews: Zia Pittypat
* Ona Munson: Bella Watling (Belle Watling)
* Evelyn Keyes: Susele O'Hara
* Ann Rutherford: Carreen O'Hara
* Butterfly McQueen: Prissy
* Victor Jory: Jonas Wilkerson
* Everett Brown: Sam (Big Sam)
* Howard C. Hickman: John Wilkes
* Alicia Rhett: Lydia Wilkes (India Wilkes)
* Leona Roberts: Sig.ra Carolina Meade
* George Reeves: Stuart Tarlenton
* Fred Crane: Brent Tarlenton
* Rand Brooks: Carlo Hamilton (Charles Hamilton)
* Carroll Nye: Franco Kennedy, (Frank Kennedy)
* Jane Darwell: Sig.ra Merriwether

Doppiatori italiani:

* Lydia Simoneschi: Rossella O'Hara
* Emilio Cigoli: Rhett Butler
* Sandro Ruffini: Ashley Wilkes
* Renata Marini: Melania Hamilton
* Maria Saccenti: Mami
* Mario Besesti: Gerald O'Hara
* Tina Lattanzi: Ellen O'Hara
* Giuseppe Rinaldi: Stuart Tarleton
* Gianfranco Bellini: Brent Tarleton
* Zoe Incrocci: Prissy
* Gualtiero De Angelis: Franco Kennedy
* Adolfo Geri: Carlo Hamilton
* Giovanna Cigoli: Sig. Carolina Meade
* Giovanna Scotto: Bella Watling

Fotografia: Ernest Haller
Montaggio: Hal C. Kern
Effetti speciali: Jack Cosgrove
Musiche: Max Steiner
Scenografia: William Cameron Menzies
Lyle R. Wheeler

Premi:

* 8 Oscar 1940: miglior film, miglior attrice (Vivien Leigh), miglior attrice non protagonista (Hattie McDaniel), miglior scenografia, miglior fotografia, miglior regista, miglior montaggio, miglior sceneggiatura non originale
* 2 Oscar speciali: Oscar alla conquista tecnica per Don Musgrave e Oscar alla carriera per William Cameron Menzies



Via col vento è un film drammatico diretto da Victor Fleming nel 1939; è uno dei film più famosi della storia del cinema e ha stabilito dei record che rimangono tuttora insuperati. Il film venne prodotto da David O. Selznick e distribuito dalla Metro-Goldwyn-Mayer; la sceneggiatura, in buona parte dovuta a Sidney Howard, è tratta dal romanzo omonimo di Margaret Mitchell, vincitore del premio Pulitzer nel 1937.[1]

La lavorazione del film è senza dubbio una delle più complesse e travagliate della storia del cinema: complessivamente richiese circa due anni per poter essere realizzato e il suo completamento è dovuto principalmente al grande sforzo economico e lavorativo di Selznick, la cui intenzione era di farne un grande affresco storico, oltre che una semplice storia d'amore; per raggiungere il suo scopo Selznick vi dedicò quasi tutte le sue energie nel periodo della produzione. Proprio la grandiosità produttiva e il grande successo di pubblico rendono questo film una pietra miliare indiscutibile nella storia del cinema; si è trattato, infatti, del primo caso di successo planetario nella storia del cinema.

Ufficialmente la regia è attribuita a Victor Fleming, ma durante la produzione si sono succeduti George Cukor e Sam Wood.[2] Lo stesso Selznick (considerato da molti il vero autore del film)[3] ha avuto una forte presenza nella direzione così come su molti aspetti del film, tra cui anche la sceneggiatura, il montaggio e la scelta degli attori, a dimostrazione che questo più degli altri è il "suo" film.

Trama

L'inizio

Sud degli Stati Uniti, 1861. Il film narra la vita spensierata e mondana di due ricche famiglie di possidenti terrieri, gli O'Hara, nella loro proprietà "Tara", e i Wilkes nella vicina tenuta de "Le Dodici Querce". Un giorno la figlia maggiore degli O'Hara, Rossella, è a colazione con i fratelli Stuart e Brent Tarleton, i quali le comunicano che Ashley Wilkes ha intenzione di sposare la propria cugina Melania Hamilton. Rossella prende molto male la notizia, essendo anche lei innamorata perdutamente di Ashley e convinta di essere ricambiata. Poco dopo Rossella va incontro al padre, che le comunica che i Wilkes hanno intenzione di dare una festa e le conferma la notizia dell'imminente matrimonio tra Ashley e Melania; Rossella rimane sconvolta e decide di rivelare ad Ashley il suo sentimento per lui, convinta che questo lo convincerà a cancellare le nozze. Rossella va alla festa e si comporta in modo molto esuberante, attirandosi le simpatie dei ragazzi e le antipatie delle ragazze, invidiose del suo successo con gli uomini; durante il riposo dopo pranzo le donne vanno a dormire, ma Rossella si alza dal letto e decide di andare a cercare Ashley per comunicargli il suo amore. Lo trova insieme a tutti gli altri uomini, mentre questi sono intenti a discutere di politica.

La minaccia del governo federale di imporre le regole della società industriale e di abolire la schiavitù, fonte di manodopera a basso costo per la coltivazione del cotone, incita gli animi idealisti dei giovani del Sud ad abbracciare l'idea di una guerra di secessione. Un noto e scaltro avventuriero di Charleston, Rhett Butler, avverte tutti i partecipanti alla discussione della superiorità di mezzi degli Stati nordisti: egli, infatti, è stato negli Stati del Nord e fa notare a tutti che il Sud è totalmente sprovvisto di fabbriche di cannoni e munizioni; inoltre, la maggior parte dei campi coltivabili vengono destinati al cotone e ad altri beni secondari, non al cibo, e quindi i nordisti con le loro forti navi da guerra potrebbero, bloccando i porti, tagliare i rifornimenti a tutto il Sud. La maggior parte degli uomini prende le parole di Butler come un'offesa alla patria, e l'orgoglio impedisce a tutti di ascoltare i saggi consigli dell'uomo, che ha fama di rinnegato.

Butler esce dalla sala della riunione; Ashley lo segue per dovere d'ospitalità e, nel cercare di raggiungere Rhett, si imbatte in Rossella, che lo porta in una stanza e gli comunica il suo affetto. Lui, però, risponde che pur volendo molto bene a Rossella intende sposare ugualmente Melania; udito questo, Rossella va su tutte le furie e, dopo l'uscita di Ashley dalla stanza, lancia un vaso contro il muro, rompendolo. In quel momento si accorge che Rhett Butler era nascosto dietro il divano e che ha sentito tutta la conversazione. Pochi minuti dopo arriva la notizia che la guerra di secessione è cominciata: la migliore gioventù del Sud corre ad arruolarsi. Rossella riceve la proposta di matrimonio di Carlo Hamilton, fratello di Melania, e, sebbene non innamorata di lui, accetta per poter rimanere vicino ad Ashley. Poco dopo il doppio matrimonio, i due mariti partono per la guerra.

La guerra

La guerra tanto desiderata finalmente arriva: Ashley è partito ma, dopo un iniziale successo del Sud, la tragica realtà sconvolge le speranze dei sudisti. Nel frattempo Rhett, sfruttando le sue conoscenze e la sua audacia, diventa uno tra gli uomini più ricchi del Sud, forzando il blocco nordista con le sue navi e rifornendo di provviste gli Stati confederati.

Le truppe nemiche avanzano inesorabilmente e le perdite sono sempre più gravi; uno dei caduti in guerra è proprio il marito di Rossella. Rimasta vedova, Rossella si trasferisce ad Atlanta , dove vive Melania con la zia, nella speranza di poter vedere Ashley. La situazione precipita quando l'esercito nordista si appresta ad assediare la città, proprio quando Melania sta per dare alla luce un figlio. Rossella si vede costretta controvoglia ad accudire i soldati feriti e – per una promessa fatta ad Ashley – a vegliare su Melania. Quando ormai la città è nel caos, Rhett porta in salvo le due donne attraversando la stazione in fiamme. Sulla strada per Tara, Rhett le abbandona con l'intenzione di arruolarsi nell'esercito sudista, anche se la guerra è ormai praticamente persa, e dichiara finalmente il suo amore per Rossella, ma questa, ancora innamorata di Ashley, respinge il suo bacio appassionato.

Giunta a casa, Rossella trova il suo vecchio mondo distrutto: la povertà più assoluta, la madre morta e il padre malato di mente. Rossella assume il ruolo di capofamiglia e gestisce tutte le attività lavorative a Tara: questo le procura l'odio della sorella Susele per via dei modi con cui obbliga tutti a lavorare fino allo stremo, nonostante la stessa Rossella fatichi ininterrottamente per cercare di guadagnare quei pochi soldi necessari ad andare avanti. Finalmente un giorno Gerald O'Hara, il padre di Rossella, torna a casa dopo essere stato in città e comunica a tutti che la guerra è finita: il Sud si è arreso. Nella disperazione generale Rossella ha l'intuizione di piantare più cotone, prevedendo un immediato rialzo del prezzo.

La ricostruzione

Nonostante l'intuizione di Rossella, le tasse imposte dai nordisti sono altissime e il commercio di cotone, sebbene redditizio, non le consente di riprendere il suo vecchio stile di vita; le consente però di sfamarsi, tanto che permette a Melania di rifocillare tutti i reduci che ritornano affamati dal fronte. Tra questi un giorno arriva anche Ashley, che comincia a collaborare lavorando a Tara. Poco tempo dopo muore Gerald O'Hara ma Rossella ha altro a cui pensare: per via di una nuova fortissima tassa imposta dai nordisti, infatti, rischia di perdere l'intera proprietà. Rossella si rende conto di non essere in grado di procurarsi il denaro in tempo e decide di andare a trovare Rhett Butler, agli arresti come prigioniero di guerra; inizialmente Rossella finge di non avere problemi e di essere andata da Rhett solo per fargli una visita, ma egli è più furbo di quanto Rossella immagini e intuisce in breve la verità. Tuttavia non è in grado di aiutarla, poiché il suo denaro è depositato all'estero.

Tornando dalla prigione, Rossella e Mami, la sua schiava nutrice, si imbattono in Franco Kennedy, il fidanzato di Susele, e vengono a sapere che ha aperto un negozio e una segheria che gli hanno consentito di mettere da parte una piccola fortuna. Nella sua ambizione, Rossella sposa il fidanzato della sorella con l'intenzione di impadronirsi dei suoi soldi per pagare le tasse e sfrutta la segheria per arricchirsi, facendo affari anche con gli stessi nordisti. Si illude di essere ancora innamorata del malinconico Ashley, che però resta fedele a Melania e preferisce ricordare il mondo romantico dell'anteguerra. Ancora una volta, però, Rossella rimane vedova, perché il marito cade in uno scontro a fuoco per un regolamento di conti. Anche Ashley resta ferito, ma viene salvato dal provvidenziale intervento di Rhett, di cui Rossella continua a diffidare.

Il terzo matrimonio

Rhett, ricchissimo e innamorato, riesce finalmente a sposare Rossella; i due hanno una figlia, Diletta, che però non fa altro che mettere in evidenza le difficoltà psicologiche della madre (durante un sogno si lamenta di cercare qualcosa nella nebbia e non ha ancora dimenticato il suo ideale di sempre: Ashley). Questa situazione è ormai diventata un'ossessione per Rhett, il cui sincero sentimento è messo a dura prova dai pettegolezzi e dall'atteggiamento capriccioso e indifferente di Rossella. Il dramma culmina con la morte di Diletta, dovuta ad una caduta da cavallo, e con la morte di Melania, che prima di spirare ricorda a Rossella l'amore che Rhett prova per lei. Quando Ashley, alla fine, confessa che Melania era il suo unico sogno che non fosse stato distrutto dalla realtà, Rossella si rende conto di aver amato un'illusione, e che Rhett era probabilmente il suo vero, inconsapevole, amore. Ma è ormai troppo tardi: stanco dei suoi capricci, Rhett la lascia sulla porta di casa, rispondendo alla domanda di Rossella: «Se te ne vai, che sarà di me?» con la frase:
« Francamente me ne infischio. »


Altrettanto memorabile è la frase conclusiva, pronunciata da Rossella tra le lacrime, che riassume la complessità di un personaggio romantico quale quello di Rossella O'Hara:
«E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno!»

L'idea di trarre un film dal popolarissimo romanzo di Margaret Mitchell venne al produttore David O. Selznick, questi condusse una lunga trattativa e alla fine riuscì ad acquistare i diritti dall'autrice per la somma record di 50.000 dollari,[2] subito dopo propose alla Warner Brothers di aiutarlo nella produzione, ma a causa di alcuni strascichi sulle scelte degli attori questo accordo andò a monte: Selznick scelse alla fine, contro il parere dei suoi collaboratori, di produrre in proprio il film, e trovò un accordo con la Metro Goldwyn Mayer per la distribuzione in cambio di una percentuale sui profitti.

Selznick cominciò a preparare il film insieme a George Cukor; la coppia impiegò più di un anno per preparare tutto il necessario alle riprese. Le prime scene vennero girate a partire dal 10 dicembre del 1938 ma vennero subito sospese per via del Natale; di fatto le riprese vere e proprie cominciarono il 26 gennaio 1939. Il produttore era talmente concentrato sulla realizzazione del film, da "invadere" costantemente il set durante le riprese obbligando registi, attori e sceneggiatori ad assecondare ogni suo capriccio. Non a caso durante la lavorazione molti membri dello staff furono licenziati o si dimisero e i loro ruoli furono riassegnati.

La sceneggiatura del film è una delle parti più travagliate; dopo aver acquistato i diritti del libro, Selznick iniziò a scriverla personalmente. Alla fine venne accreditata nei titoli di testa a Sidney Howard che di fatto ne è il principale autore; questi per completarla senza le interruzioni di Selznick fu costretto a risiedere per un breve periodo di tempo al di fuori degli Stati Uniti.[2] In realtà oltre al produttore e ad Howard vi misero le mani altri 8 sceneggiatori (tra cui gli scrittori Francis Scott Fitzgerald e Ben Hecht non accreditati)[4] tra sostituti e collaboratori che vennero cambiati prima e durante le riprese con una velocità che spaventava tutto il resto del cast, alcuni di questi dieci sceneggiatori lavorarono infatti solo pochi giorni tuttavia vennero consistentemente retribuiti.

Howard venne pagato circa 2.000 $ a settimana[2] (per un totale di 84.834 $)[5] e non vide mai l'opera finita perché morì il 23 agosto 1939,[5] quando il film era in sala montaggio.

Alla fine per pagare tutti i 10 sceneggiatori il produttore spese complessivamente 126.000 $,[2] se si sommano a questi i 50.000 $ pagati per i diritti all'autrice Selznick spese 176.000 $ senza avere ancora in mano neanche un metro di pellicola.

Quando Selznick propose il film alla Warner Bros, i due principali candidati ad interpretare le parti di Rossella e Rhett erano Bette Davis ed Errol Flynn. I due, tuttavia, erano poco tempo prima venuti a lite e mal si sopportavano: Selznick avrebbe dovuto cambiare almeno uno dei due, ma poi gli accordi con la WB saltarono e Selznick fu costretto a ripiegare altrove. Una volta accordatosi con la MGM Selznick rimase indeciso se contattare Clark Gable o Gary Cooper, ma quando quest'ultimo rispose affermando:
« Via col vento sta per diventare il più grande flop della storia del cinema, e sarà Clark Gable a perderci la faccia e non Gary Cooper »

(Gary Cooper[2])

il produttore non ebbe più dubbi e assegnò la parte a Clark Gable senza indugiare; la MGM fu d'accordo fin dall'inizio e Gable venne scritturato. In quel periodo Gable stava divorziando da Ria Langham e la moglie voleva 400.000 dollari per concedere il divorzio al marito; questi, tuttavia, non era in grado di pagare una somma così alta tutta insieme, ma alla fine ricevette come compenso 400.000 per il divorzio, più 120.000 dollari per sé.

Molto più complicata e travagliata è stata la scelta per l'attrice che doveva interpretare Rossella. Furono provinate circa 1400 attrici, tra cui Paulette Goddard, Susan Hayward, Katharine Hepburn, Carole Lombard, Jean Arthur, Tallulah Bankhead, Norma Shearer, Barbara Stanwyck, Joan Crawford, Lana Turner, Joan Fontaine e Loretta Young; al momento dell'inizio delle riprese nel dicembre 1938 non si aveva ancora un nome definitivo e si dovette cominciare senza la protagonista.

In mezzo a questo elenco di star hollywoodiane la parte venne assegnata alla sconosciuta Vivien Leigh; questa ottenne un provino quando venne presentata quasi per caso al fratello del produttore, Myron Selznick, mentre si girava la scena dell'incendio di Atlanta. Alla fine rimasero in lizza due attrici: Paulette Goddard e appunto Vivien Leigh. Una leggenda vuole che la Goddard perse il ruolo perché non riuscì a dimostrare di essere realmente sposata a Charlie Chaplin, con cui conviveva, e questo per il moralista e capo della MGM Louis B. Mayer era del tutto inaccettabile. Nemmeno Vivien Leigh era sposata e conviveva con Laurence Olivier, ma a differenza della Goddard la storia non era nota al grande pubblico e per questo ottenne la parte e 25.000 dollari. I due si sposarono comunque poco tempo dopo, il 31 agosto 1940 come promesso a Mayer.[6]

La selezione per scritturare Ashley (Leslie Howard) non creò grossi problemi perché Howard era già sotto contratto con la MGM e la sua convocazione fu gradita al produttore e fu subito scartata l'idea iniziale di scritturare Randolph Scott; viceversa per il ruolo di Melania Selznick contattò Olivia De Havilland, sotto contratto con la WB. La De Havilland voleva la parte e cercò in tutti i modi di convincere Jack Warner (il presidente della WB) a lasciarla libera per questa occasione, alla fine fu la moglie di Warner (amante del libro e ammiratrice della De Havilland) a convincere il marito a lasciare libera l'attrice.

Per il ruolo di Mami venne eseguito un casting; i giochi sembrarono fatti quando Eleanor Roosevelt (moglie del presidente Franklin Delano Roosevelt) telefonò personalmente a Selznick per proporre la sua governante Elizabeth McDuffie per quella parte;[7] Hattie McDaniel aveva partecipato al casting ma era convinta di non ottenere la parte perché era precedentemente nota per ruoli comici completamente diversi da quello di Mami e credeva che i produttori cercassero un'attrice più seria, tuttavia le cose cambiarono quando Clark Gable (con cui la McDaniel aveva già lavorato in precedenza in Sui mari della Cina[8] e Saratoga[9]) sostenne vigorosamente la sua candidatura.[10] Alla fine Selznick diede retta all'attore e scritturò la McDaniel per quel ruolo che l'ha resa celebre e le ha consentito di essere la prima attrice di colore a ricevere l'Oscar.

Dopo la lunghissima pre-produzione necessaria a realizzare i 90 set necessari[4] ebbero inizio le riprese; queste durarono dal 10 dicembre 1938 al 27 giugno del 1939 e impiegarono complessivamente più di 2.400 comparse.[4] Le prime scene girate furono quelle dell'incendio di Atlanta. Vennero girate quasi due ore di pellicola, da cui furono estratti i pochi minuti visibili nel film. Questa sproporzione è spiegata dal fatto che l'occasione di ripresa fu unica, in quanto furono bruciate diverse scenografie di vecchi film tra cui la famosa porta del film King Kong del 1933, che portò addirittura ad un'irruzione sul set dei vigili del fuoco, avvertiti da alcuni residenti del luogo che si erano spaventati vedendo alte fiamme e un denso fumo levarsi dal set.[2] Il film venne diretto inizialmente da George Cukor che insieme al produttore aveva realizzato tutta la pre-produzione, dopo meno di 3 settimane di riprese il produttore cacciò Cukor a causa delle loro continue liti [2] e in sostituzione chiamò Victor Fleming, che stava lavorando al film "Il mago di Oz". Fleming iniziò a girare il film ma dopo alcuni mesi venne condotto ad un grave esaurimento nervoso dalle continue intromissioni del produttore e decise di prendersi una vacanza. Selznick allora chiamò Sam Wood per sostituirlo, ma anche Wood venne cacciato pochi giorni prima del rientro di Fleming, in attesa del quale la regia venne affidata allo scenografo William Cameron Menzies.[11] In tutto i minuti girati da Wood montati nel film sono 33,[2] quelli di Cukor 17.[4]

Anche i direttori della fotografia non rimasero immuni alle manie di perfezionismo di Selznick, infatti all'inizio venne scritturato Lee Garmes ma dopo un mese di riprese venne sostituito da Ernest Haller perché Selznick giudicava la fotografia di Garmes troppo oscura per il film;[2] rimase invece sempre costante Ray Rennahan per il technicolor.[2] La scena alla stazione, con una distesa interminabile di feriti, impiegò quasi mille comparse e altrettanti manichini mossi dalle comparse stesse.[4] Diversi particolari di scenografie, tra cui i soffitti della villa alle Dodici Querce e parte della stazione ferroviaria erano semplicemente dipinti su un vetro sovrapposto all'inquadratura.[11] Nella scena del ballo di beneficenza i due protagonisti fecero ricorso ad una pedana girevole per accentuare il movimento rotatorio della danza.[11]

Durante le riprese gli screzi fra i membri del cast non furono pochi; l'aneddoto più famoso è legato al fatto che Vivien Leigh detestava le scene in cui doveva baciare Gable che, benché ancor giovane, già portava la dentiera e aveva, secondo l'attrice, un alito "mefistofelico".[2] Inoltre la Leigh era infastidita dal fatto che lei lavorò ininterrottamente per 125 giorni percependo 25.000 dollari, Gable ne prese 120.000 lavorando per 71 giorni intervallati da vacanze.[2] Una curiosità singolare riguarda il fatto che durante tutti i mesi di riprese i 4 attori principali (Leigh, Gable, Howard e De Havilland) recitarono tutti insieme solo per una scena: quella del ritorno dei mariti dalla spedizione a Shantytown, che nel film occupa circa due minuti. Un'altra curiosità singolare riguarda il fatto che dei quattro attori principali i tre che interpretano i personaggi che sopravvivono (Gable, Leigh e Howard) sono morti in giovane età, viceversa la De Havilland, nata nel 1916, è tuttora in vita mentre nel film il suo personaggio è l'unico a morire. Altre due attrici ancora in vita che hanno recitato in questo film sono Alicia Rhett (alias Lydia Wilkes) la quale è nata nel 1915 e Ann Rutherford (alias Carreen O'Hara), nata nel 1920.

Alla fine delle riprese il materiale girato era moltissimo: 158.000 metri di pellicola. Hal C. Kern, assunto per il montaggio cominciò immediatamente a lavorare a ritmo forsennato, seguendo le direttive di Fleming e dell'onnipresente Selznick (che ovviamente aveva sempre l'ultima parola). Una prima versione rozza venne preparata in breve tempo, poi da questa furono eliminati circa 45 minuti arrivando alla versione definitiva attuale; in questa versione definitiva vennero montati solo 6.800 metri del totale girato.[4]

Poco tempo prima della prima proiezione pubblica il produttore ebbe dei problemi con la censura; infatti nella celebre ultima battuta di Rhett Butler, Clark Gable in lingua originale dice "Frankly, my dear, I don't give a damn", il termine "damn" era fortemente dispregiativo nella parlata dell'epoca e veniva interpretato come una bestemmia, pertanto le autorità pretendevano che fosse eliminato o sostituito. Tuttavia Selznick non si arrese, consultò i più importanti dizionari di lingua e interpellò diverse personalità del campo fino a riuscire a dimostrare che il termine "damn" era effettivamente forte ma non andava considerato come bestemmia. Questo consentì a Selznick di tenere invariata la scena pagando 5.000 $ di sanzione.[11]

Per la colonna sonora Selznick aveva a disposizione Herbert Stothart, sotto contratto con la MGM e disposto a collaborare.[12] Selznick voleva a tutti costi Max Steiner che però aveva un contratto di esclusiva con la major rivale Warner Bros, questo però non fermò il produttore che accettò di pagare una pesante penale pur di avere il suo compositore preferito.[12] Steiner era indubbiamente un compositore di talento, e aveva composto un gran numero di colonne sonore, tuttavia veniva generalmente considerato ripetitivo perché le sue composizioni erano tutte molto somiglianti tra di loro;[12] per il film "Via col vento" scriverà il brano che lo renderà celebre e che tuttora viene ascoltato e utilizzato (in Italia è la sigla storica del programma Porta a Porta di Bruno Vespa). Il produttore chiamò anche Adolph Deutsch, Hugo Friedhofer, Heinz Roemheld, William Axt, Franz Waxman per completare il lavoro con brani addizionali di musica non originale.[12]

Questo è l'elenco dei brani utilizzati nel film:[13]

1. Selznick International Theme
2. Main Theme
3. (I Wish I Was in) Dixie's Land
4. Katie Belle
5. Under the Willow She's Sleeping
6. Lou'siana Belle
7. Dolly Day
8. Ring, Ring de Banjo!
9. Sweet and Low
10. Ye Cavaliers of Dixie
11. Taps
12. Massa's in de Cold Ground
13. Maryland, My Maryland
14. Irish Washerwoman
15. Gary Owen
16. When Johnny Comes Marching Home
17. Weeping, Sad and Lonely (When This Cruel War Is Over)
18. The Bonnie Blue Flag
19. Hark! the Herald Angels Sing
20. Tramp! Tramp! Tramp! (The Boys Are Marching)
21. The Old Folks at Home (Swanee River)
22. Go Down Moses (Let My People Go)
23. My Old Kentucky Home
24. Marching Through Georgia
25. Battle Hymn of the Republic
26. Beautiful Dreamer
27. Jeanie with the Light Brown Hair
28. Yankee Doodle
29. Stars of the Summer Night
30. Bridal Chorus (Here Comes the Bride)
31. Deep River
32. For He's a Jolly Good Fellow
33. London Bridge Is Falling Down
34. Ben Bolt (Oh Don't You Remember)

La prima proiezione avvenne ad Atlanta in Georgia il 15 dicembre 1939,[14] a questa proiezione non poté prendere parte Hattie McDaniel per via della discriminazione all'epoca in vigore in Georgia; la premiere ottenne grande successo e Via col vento incassò 945.000 dollari solo nel primo week-end di proiezione.[15] A fronte di un costo stimato in 3,9 milioni di dollari,[15] è a tutt'oggi il film che ha avuto il maggiore incasso di tutti i tempi, correlando il valore dell'inflazione.

Il successo del film è talmente duraturo che negli Stati Uniti viene occasionalmente riproiettato da alcune sale cinematografiche e dal 1939 ad oggi ha incassato 198.000.000 $ sul mercato interno,[16] cifra che ricalcolata con l'inflazione lo mette al primo posto dei film americani più visti con 1.329.453.600 $ di incasso.[17] L'incasso globale è di 400.176.459 $,[16] conservando comunque il 92º posto nella classifica dei film che hanno incassato di più nella storia del cinema in termini assoluti;[18] correggendo la classifica con l'inflazione Via col Vento passa al primo posto con circa 2.700.000.000 $ incassati.

La sala numero 6 del cinema CNN6 Centre di Atlanta proietta ininterrottamente Via col vento due volte al giorno dal 1939.[11]

Il film venne distribuito con la tecnica del Roadshow Theatrical Release, ovvero distribuire il film in poche copie e proiettarlo in alcune grandi città scelte prima di dare inizio alla diffusione su larga scala. Di fatto il film venne distribuito su tutto il territorio degli Stati Uniti solo a partire dal 1941, e anche per l'esportazione si seguì lo stesso metodo, portando così ad una dilazione notevole dei tempi di uscita nei vari paesi (in Italia la prima proiezione del film è avvenuta il 3 novembre 1948, poco meno di nove anni dopo la premiere di Atlanta).

Il film è da sempre giudicato come l'apice del divismo e dell'esagerazione hollywoodiana, infatti la sua lavorazione complessa e il grande dispendio di mezzi indicano la volontà del produttore di realizzare un'opera mastodontica. Tuttavia il film è comunque generalmente considerato un'opera di altissimo valore artistico, le critiche riguardano infatti unicamente la durata del film che è ritenuta da alcuni esagerata (ma in parte giustificata dalla voluminosità del romanzo).[19] Alla sua uscita comunque il film venne subito accolto con parere favorevole dalla maggior parte della critica cinematografica, colpita in modo particolare dalla veridicità delle ricostruzioni storiche e dalla sua grandiosità di ambienti ben curati.[20] Una parte della critica invece attaccò duramente il film accusandolo di appoggiare troppo esplicitamente la causa sudista; altre critiche mosse al film lo accusano di avere poca consistenza artistica e di essere la solita storia d'amore con la guerra civile come inutile contorno.

Pino Farinotti assegna nel suo dizionario ben 5 stelle al film, il massimo voto possibile[21] e Paolo Mereghetti si associa assegnando a Via col vento 4 stelle nella sua guida (anche qui il massimo possibile). Diversamente Morando Morandini nel suo dizionario del cinema assegna al film un voto generale nettamente inferiore ma comunque onorevole di 3 stelle su 5,[3] evidenziando comunque i meriti dell'opera e i suoi difetti.

Nel 1998 l'American Film Institute ha collocato Via col vento al quarto posto della AFI's 100 Years... 100 Movies, ovvero la lista dei cento film americani più importanti (dopo Quarto potere, Casablanca e Il padrino), spostandolo poi al sesto nella versione del 2007.[22] Inoltre tre citazioni di dialoghi del film sono stati inseriti nella lista delle migliori battute di sempre, per la precisione:[23]

* Francamente me ne infischio di Clark Gable al 1º posto
* Dopotutto, domani è un altro giorno di Vivien Leigh al 31º posto
* Lo giuro davanti a Dio... non soffrirò mai più la fame di Vivien Leigh al 59º posto

È stato inserito nella lista del sito theyshootpictures.com al 62º posto dei migliori 1.000 film di sempre,[24] compare inoltre nella lista dei migliori film di films101.com (39º posto)[25] e al 18º posto della classifica stilata dai lettori di Time Out.[26]
Empire Magazine lo ha inserito al 18º posto nella sua lista pubblicata nel 1999[27] e al 44º posto di quella pubblicata nel 2003.[27]
Nel 1999 la rivista italiana Ciak ha stilato due liste dei 100 migliori film della storia, uno fatta dai lettori e una dai critici cinematografici interpellati, Via col vento compare in entrambe.

Nel 1989 negli Stati Uniti è stato selezionato dal National Film Registry per la conservazione[28] ed è stato riversato in forma digitale.

Figura inoltre al 166º posto della Top 250 di IMDb[29] con una media voti di 8,2/10.[30]

Il voto medio attribuito dagli utenti registrati di Rottentomatoes.com è 8,7/10.[20]

Il film ha ricevuto 13 nomination all'oscar vincendo otto statuette e più due premi Oscar speciali.
Vinti [modifica]

* Oscar al miglior film
* Oscar al miglior regista: Victor Fleming
* Oscar alla migliore attrice: Vivien Leigh
* Oscar alla migliore attrice non protagonista: Hattie McDaniel
* Oscar alla migliore sceneggiatura non originale: Sidney Howard
* Oscar alla migliore fotografia: Ernest Haller e Ray Rennahan
* Oscar per il miglior montaggio: Hal C. Kern e James E. Newcom
* Oscar per la migliore scenografia: Lyle R. Wheeler e William Cameron Menzies

Nomination [modifica]

* Oscar al miglior attore: Clark Gable
* Oscar alla migliore attrice non protagonista: Olivia De Havilland
* Oscar per i migliori effetti speciali: Jack Cosgrove, Fred Albin e Arthur Johns.
* Oscar alla migliore colonna sonora: Max Steiner
* Oscar al miglior sonoro: Thomas T. Moulton

Premi speciali [modifica]

* Oscar alla conquista tecnica: R.D. Musgrave
* Oscar onorario alla carriera: William Cameron Menzies

Olivia de Havilland e Hattie McDaniel erano in corsa per lo stesso premio, poi vinto dalla seconda. Sidney Howard morì prima dell'uscita del film e per questo il premio gli venne attribuito postumo, primo caso nella storia degli Oscar.[5] Clarke Gable si arrabbiò molto per aver perso l'Oscar quell'anno. Disse:
«Questi maledetti europei, ci ruberanno tutto[31]»


Infatti Robert Donat, vincitore con "Addio, Mr. Chips!" era inglese, così come Vivien Leigh.

NEW YORK FILM CRITICS CIRCLE AWARDS - USA
premio Attrice (Vivien Leigh)

NATIONAL FILM PRESERVATION BOARD, USA
1989 Restaurazione della pellicola

PEOPLE'S CHOICE AWARDS - USA
1989 premio Primo film di dieci di ogni tempo

PHOTOPLAY AWARDS - USA
Medaglia d'onore Produzione (David O'Selznick)
Sito ufficiale: http://www.franklymydear.com/

Note

1 ^ Biografia di Margareth Mitchell. URL consultato il 25-12-2007.
2 ^ a b c d e f g h i j k l m Trivia su IMDb. URL consultato il 24-12-2007.
3 ^ a b Scheda su mymovies.it tratta da una recensione del dizionario Morandini 2007. URL consultato il 25-12-2007.
4 ^ a b c d e f Scheda su xoomer.alice.it. URL consultato il 26-12-2007.
5 ^ a b c Scheda di Sidney Howard su IMDb. URL consultato il 29-12-2007.
6 ^ Scheda di Vivien Leigh su IMDb. URL consultato il 24-12-2007.
7 ^ Watts, Jill. Hattie McDaniel: Black Ambition, White Hollywood, HarperCollins, 2005, p. 151
8 ^ Cast di Sui mari della Cina su IMDb. URL consultato il 24-12-2007.
9 ^ Cast di Saratoga su IMDb. URL consultato il 24-12-2007.
10 ^ Harris, Warren G. Clark Gable: A Biography, Harmony, (2002), p. 203 - ISBN 0-307-23714-1
11 ^ a b c d e Scheda su lunargate.net. URL consultato il 26-12-2007.
12 ^ a b c d Scheda su cinekolossal.com. URL consultato il 25-12-2007.
13 ^ Colonna sonora su IMDb. URL consultato il 29-12-2007.
14 ^ a b Date di uscita su IMDb. URL consultato il 25-12-2007.
15 ^ a b Informazioni finanziarie su IMDb. URL consultato il 24-12-2007.
16 ^ a b Scheda su boxofficemojo.com. URL consultato il 27-12-2007.
17 ^ Classifica dei film di maggiore incasso negli USA corretta con l'inflazione, da boxofficemojo.com. URL consultato il 27-12-2007.
18 ^ Classifica dei film di maggiore incasso nel mondo, da boxofficemojo.com. URL consultato il 27-12-2007.
19 ^ Il volume della Arnoldo Mondadori Editore, collana Classici d'autore è composto da 872 pagine. ISBN 88-04-49601-0
20 ^ a b Scheda di Via col vento su rottentomatoes.com. URL consultato il 28-12-2007.
21 ^ Scheda su mymovies.it tratta da una recensione del dizionario Farinotti. URL consultato il 26-12-2007.
22 ^ AFI's 100 Years... 100 Movies. URL consultato il 24-12-2007.
23 ^ AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes. URL consultato il 24-12-2007.
24 ^ I 1.000 migliori film della storia secondo theyshootpictures.com. URL consultato il 26-12-2007.
25 ^ I migliori film della storia secondo films101.com. URL consultato il 26-12-2007.
26 ^ Classifica dei 100 migliori film di tutti i tempi secondo i lettori di Time Out. URL consultato il 26-12-2007.
27 ^ a b Classifica dei 100 migliori film di tutti i tempi secondo Empire Magazine. URL consultato il 28-12-2007.
28 ^ National Film Preservation Board, USA: 1989. URL consultato il 24-12-2007.
29 ^ Top 250 di IMDb. URL consultato il 26-12-2007.
30 ^ Voti attribuiti dagli utenti a "Via col vento" su IMDb. URL consultato il 26-12-2007.
31 ^ Scheda su cinematocasa.it. URL consultato il 24-12-2007.

Bibliografia

* Cristalli, Paola (2001). Victor Fleming, Via col vento. Lindau. ISBN 978-88-7180-367-8
* Morandini, Laura, Luisa e Morando. Morandini 2008: Dizionario dei film. Zanichelli. ISBN 978-88-08-20250-5
* (EN) Bridges, Herb (1998). The Filming of Gone with the Wind. Mercer University Press. ISBN 0-86554-621-5.
* (EN) Bridges, Herb (1999). Gone with the Wind: The Three-Day Premiere in Atlanta. Mercer University Press. ISBN 0-86554-672-X.
* (EN) Cameron, Judy, & Paul J. Christman (1989). The Art of Gone with the Wind: The Making of a Legend. Prentice Hall. ISBN 0-13-046740-5.
* (EN) Harmetz, Aljean (1996). On the Road to Tara: The Making of Gone with the Wind. New York: Harry N. Abrams. ISBN 0-8109-3684-4.





















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