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Il mistero del falco





















(The Maltese Falcon)

Paese: Stati Uniti
Anno: 1941
Durata: 101 min
Colore: B/N
Audio: sonoro
Rapporto:
Genere: Nero/Giallo
Regia: John Huston
Soggetto: Dashiell Hammett (romanzo)
Sceneggiatura: John Huston
Produttore: Hal Wallis, Henry Blanke

Interpreti e personaggi

* Humphrey Bogart: Sam Spade
* Mary Astor: Bridgid O'Shaugnessy
* Lee Patrick: Effie Perrine
* Sydney Greenstreet: Casper Gutman
* Peter Lorre: Joel Cairo
* Elisha Cook Jr.: Wilmer Cook
* Gladys George: Iva Archer
* Jerome Cowan: Miles Archer
* Ward Bond: detective Tom Polhaus
* Barton MacLane
* James Burke
* John Hamilton
* Emory Parnell
* Walter Huston

Doppiatori italiani:

* Paolo Ferrari: Sam Spade
* Anna Teresa Eugeni: Bridgid O'Shaugnessy
* Emanuela Fallini: Effie Perrine
* Elio Pandolfi: Joel Cairo
* Renato Cortesi: Miles Archer
* Ermanno Ribaudo: detective Tom Polhaus

Fotografia: Arthur Edeson
Montaggio: Thomas Richards
Effetti speciali:
Musiche: Adolph Deutsch
Scenografia: Robert Haas
Costumi: Orry Kelly
Trucco: Perc Westmore

Trama Nel 1539 i crociati dell'Ordine dei Ospedalieri di S. Giovanni di Gerusalemme persuasero l'Imperatore Carlo V di Spagna a concedere loro l'isola di Malta. L'Imperaratore la cedette a patto che ogni anno gli venisse fatto tributo di un falcone come riconoscimento che Malta fosse ancora spagnola. Dato che l'Ordine era molto ricco, i cavalieri tanto grati il primo anno gli inviarono un falcone d'oro con incastonate le più belle pietre preziose del loro tesoro. La nave che lo trasportava non giunse mai a destinazione per via di un saccheggio da parte dei bucanieri. Da qui il falcone passò di mano in mano attraverso vari collezionisti e antiquari senza che essi ne conoscessero il vero valore. Il film si apre a San Francisco, nell'ufficio degli investigatori privati Sam Spade (Humphrey Bogart) e Miles Archer (Jerome Cowan), dove si reca miss Ruth Wonderly (Mary Astor) per chiedere aiuto: sta cercando sua sorella scomparsa e riferisce che probabilmente si trova assieme a un certo Floyd Thursby, con il quale aveva una relazione. Archer, dopo aver ricevuto un sostanzioso anticipo, si offre di cercare Thursby quella stessa sera e di riportare a casa la sorella. Dopo poche ore, Spade viene a sapere che Archer è stato ucciso. Sulla scena dell'assassinio Spade incontra il suo amico detective Tom Polhaus (Ward Bond) e gli racconta dell'affare Thursby, ma rifiuta di divulgare qualsiasi altra informazione. Successivamente cerca al telefono miss Wonderly, ma dall'hotel dove alloggiava riferiscono che è partita senza lasciare un nuovo recapito. Nel tornare al suo appartamento, Spade incontra nuovamente Polhaus che lo avverte che anche Thursby è morto. Il mattino seguente si ripresenta in ufficio miss Wonderly, che stavolta dichiara di chiamarsi Brigid O’Shaughnessy e spiega che Thursby era in realtà il suo amante e Archer potrebbe essere stato ucciso da lui, ma non ha idea di chi abbia potuto uccidere Thursby. Spade accetta l'incarico di indagare su entrambi gli omicidi. Spade incontra anche Joel Cairo (Peter Lorre), che dapprima gli offre 5000 dollari per cercare una statuetta nera di uccello, poi lo minaccia con una pistola, ma Spade lo disarma con un pugno. La stessa sera Cairo e Brigid si incontrano, e a Sam appare chiaro che i due si conoscono. Cairo entra in un visibile stato di agitazione quando la donna gli rivela che "il grassone" è a San Francisco. Il mattino dopo Spade, nell'hotel di Cairo, fa conoscenza con "il grassone" Kasper Gutman (Sydney Greenstreet) e si fa spiegare che il Falcone Maltese che era finito nelle mani di un generale russo a Istanbul. Gutman aveva tentato di offrirgli un prezzo per cederlo ma, poiché il generale si era rifiutato, Gutman aveva mandato dei suoi "incaricati" a rubarlo ma costoro lo hanno tradito. Gutman propone a Spade un premio di 25 mila dollari per trovare la statuetta, più una percentuale sulla vendita, ma Spade si sente vacillare e viene meno: il suo bicchiere era stato drogato. Quando rinviene, Spade nota un quotidiano su cui è cerchiato l'orario di arrivo dell'imbarcazione "La Paloma". Corre al molo, ma l'imbarcazione è in fiamme. Nel suo ufficio si precipita un uomo (Walter Huston) che tiene stretto a sé un pacchetto avvolto in un giornale. L'uomo collassa e muore. Dal contenuto del pacchetto, Spade capisce che si tratta del Capitano Jacobi, comandante de "La Paloma". Poi esclama alla segretaria: ce l'abbiamo! Spade va a nascondere il pacchetto in un deposito bagagli e, al suo ritorno, trova Brigid, Gutman e Cairo ad aspettarlo. Si fa portare il pacchetto dalla segretaria e, quando lo apre, i tre esclamano: «è falso!». Gutman e Cairo si propongono di tornare a Istanbul per una nuova ricerca e tentano, inutilmente, di assoldare Spade. Dopo che questi sono andati via, Spade chiama la polizia e li informa dell'accaduto. Intanto si confronta con Brigid, dicendole che sa che lei ha ucciso Archer per incolpare Thursby. Un agente di polizia arriva, porta via Brigid e chiede di cosa sia fatta la statuetta. Spade risponde: «è fatta della materia di cui sono fatti i sogni». Il mistero del falco è ritenuto quasi unanimemente il miglior thriller mai realizzato. E’ stato il prototipo del film noir degli anni Quaranta, modello di narrativa cinematografica al quale si ispirò un’intera serie di film polizieschi interpretati da Peter Lorre e Sydney Greenstreet. John Huston affrontava per la prima volta la regia cinematografica, dopo aver lavorato per dieci anni come soggettista e sceneggiatore per la Warner Brothers. Durante quel periodo aveva collaborato alla sceneggiatura di moltissimi film, tra cui il dottor Miracolo (Murders in the Rue Morgue, 1932), Il sapore del delitto (The Amazing Dr Clitterhouse,) di Anatole Litvak con Edward G. Robinson e Humphrey Bogart (storia di un medico della buona società, che per verificare le sue teorie criminologiche, diventa un ladro di gioielli) e Figlia del vento (Jezebel, dal dramma di Owen davis jr.) di William Wyler con Bette Davis (nella parte di una Rossella O'Hara prebellica), entrambi del 1938, Il conquistatore del Messico (Juarez, 1939) di William Dieterle (con Paul Muni nella parte del rivoluzionario), Un uomo contro la morte (Dr Ehrlich’s Magic Bullet, 1940) e Una pallottola per Roy (High Sierra, 1941), diretto da Raoul Walsh, che fu anche il primo film in cui Bogart ebbe la parte del protagonista. Per Huston, che in gioventù era stato via, via soldato, vagabondo, pugile, playboy, attore dilettante e scrittore, sarebbe stato difficile non trovarsi in sintonia con l’autore del romanzo. Dashiell Hammett, dal canto suo, aveva lasciato la scuola a 13 anni, aveva fatto lo strillone, il commesso, lo stivatore, il pubblicitario e il detective presso l’agenzia Pinkerton, occupandosi anche dell’omicidio in cui si trovò coinvolto l’attore Fatty Arbuckle. Poi, ammalatosi di tubercolosi, si mise a fare lo scrittore e rivelò, sia pure impegnandosi solo in romanzi polizieschi, un grande talento letterario. Dal romanzo di Hammett, che era apparso per la prima volta nel 1930 in cinque puntate sulla rivista "Black Mask" e successivamente in volume presso la casa editrice Knopf, erano già state tratte due versioni cinematografiche, Entrambi i film erano stati prodotti dalla Warner. La prima nel 1931, ad opera del regista Roy del Ruth, con Bebe Daniels e Ricardo Cortez; la seconda nel 1936, con il titolo Satan Met a Lady, ad opera di William Dieterle (in una libera versione in chiave di commedia e, al posto del falco, un corno incrostato di gioielli che sarebbe stato usato dal paladino Orlando a Roncisvalle), con Bette Davis e Warren Williams. Ma soltanto la versione di Huston è oggi famosa e ricordata. La sceneggiatura che Huston presentò piacque così tanto a Jack Warner che questi decise di affidargli anche la regia, ponendogli comunque un limite di sei settimane di lavorazione e un budget di soli 300 mila dollari. Il regista preferì pertanto realizzare tutto in interni, il che ha conferito alla pellicola un tono claustrofobico e angoscioso, accentuato dall'uso di set completi di soffitto (come in Quarto potere di Orson Welles) e dai toni cupi del bianco/nero di Arthur Edeson[1]. Il ruolo del detective Sam Spade era stato offerto a George Raft, ma l’attore non se la sentì di porre la propria reputazione nelle mani di un regista alle prime esperienze. E dunque Huston accettò la candidatura di Humphrey Bogart. Quest’ultimo per dieci anni aveva sostenuto il ruolo del gangster. Nei suoi primi 34 film prodotti dalla Warner Brothers, per nove volte era stato un galeotto, per otto era morto sulla sedia elettrica o impiccato e per altre tredici era stato crivellato dai proiettili. Con Il mistero del falco (considerato da Georges Sadoul e dal altri critici come il capostipite del cinema poliziesco nero, ma nel Panorama du Cinéma Noir Bord e Chaumedon lo affiancano a I misteri di Shanghai, diretto da Sternberg nello stesso 1941) Bogart si liberò dal suo stereotipo e costruì l’immagine cinica (ma legato a un rigido codice di etica professionale) e romantica (senza essere sentimentale), grintosa e sardonica, del detective che opera nell’ambito dell’arido mondo della criminalità urbana. Anche se Huston scrisse la sceneggiatura trascrivendo letteralmente molti dialoghi perché non perdessero l’incisività del linguaggio di Hammet, eppure nel passaggio dalla pagina alla pellicola, Huston modificò sensibilmente il personaggio di Spade, attenuando le punte di disincanto e di avidità. Nel romanzo Brigid chiede a Spade quando ormai ha capito che sarà consegnata alla polizia: Ti saresti comportato così con me se il falco fosse stato vero e avessi incassato tutti i tuoi soldi?. Spade non dà una risposta ma due. Prima dice: Ormai che importanza ha? Non giurare sulla mia apparente disonestà. Magari una cattiva reputazione può essere proficua, procura lavori ben pagati e rende più facile trattare con il nemico. Ma poi aggiunge: Certo, un bel po’ di soldi avrebbero avuto il loro peso nell’altro piatto della bilancia. Huston taglio la seconda risposta. Il suo Sam Spade ha sempre voluto fare giustizia: La scusa di lavorare per i soldi mi ha permesso di mettervi tutti nel sacco. Huston fece di Spade un personaggio più romantico, meno avido e più amante ferito, ma non privo di tratti antieroici. Huston, ad esempio, ha conservato la relazione adulterina di Spade con la moglie del suo socio. Nelle motivazioni di Spade rimase un inquietante margine di asprezza: i sentimenti vengono messi in secondo piano rispetto al dovere di vendicare un socio che finché era in vita, veniva tranquillamente tradito. Spade consegna la donna che ama alla polizia perché sa di non potersi fidare di lei. Ma la fa anche per orgoglio ferito: perché le ha cercato di usarlo come ha fatto con gli altri. Una della affermazioni favorite di Huston è: Il trucco sta nell’assegnare la parte giusta agli attori giusti, e Il mistero del falco ne fu la prova. Per la parte di Brigid, la ragazza che si rivolge ai detective Spade e Archer raccontando loro una storia che si rivela presto pura invenzione, aveva scelto Mary Astor (che ne fa il modello di tutte le donne perverse che popoleranno il cinema noir americano, impregnato di misoginia), già trentacinquenne, da vent’anni sulla breccia e ormai prossima al declino. L’attrice interpretò la sua parte con grande intelligenza: Brigid era una bugiarda nata e anche un po’ psicopatica. Ma si dà il caso che i bugiardi di questo genere sappiano mostrare una faccia sempre sincera, anche se si capisce da mille piccole sfumature che stanno mentendo … ad esempio non possono trattenersi dal respirare piuttosto affannosamente. E anch’io molto spesso respiravo in fretta prima di affrontare le scene … Peter Lorre era un attore stimato sia in America sia in Gran Bretagna, fin dai tempi della sua fuga dalla Germania nazista. Sydney Greenstreet (con le proverbiali riprese dal basso per esaltarne la mole), dopo un breve periodo durante il quale aveva fatto il piantatore di tè a Ceylon, aveva incominciato a recitare in teatro. Con questo film, a 62 anni, pur con qualche patema d’animo, si decise ad affrontare il cinema. Esordì nella scena in cui Gutman racconta a Spade la storia del falcone maltese e attende ansioso che la droga messa nel bicchiere del detective, produca i suoi effetti. Walter Huston, il padre del regista, fece una comparsa nella parte del marinaio che entra barcollando nell’ufficio di Spade, consegna il falcone e poi cade a terra morto. Il vecchio Huston ebbe poi a lagnarsi perché, per questa breve scena, aveva dovuto lavorare l’intera giornata e inoltre s’era ritrovato pieno di lividi dovuti alle innumerevoli prove della caduta. Le ripetizioni delle scene, in generale, non erano frequenti con Huston come regista. Egli infatti preparava con precisione la sceneggiatura e il piano di lavoro, sicché tutto procedeva rapidamente, e non vi erano cambiamenti o improvvisazioni durante le riprese: Il mistero del falco finì per costare meno di quanto era previsto. Mary Astor ricorda che una volta, per le riprese di una scena complicata, era stata programmata l’intera giornata di lavoro. Invece Huston riuscì a girarla in soli sette minuti con una sola ripetizione. Il film fu girato seguendo l’ordine della narrazione, il che aiutò la troupe a capire l’esatto svolgimento della trama, che era assai intricata. Il tocco stilistico di Huston (che si serve di un operatore di grandi meriti come Arthur Edeson e s'affida a una prosa asciutta e fluida) era già evidente. La regia crea l’atmosfera visiva (con sapienti angolazioni, ombre e veneziane nell’ufficio di Spade, aggressività del grandangolo e sfruttando la profondità di campo) senza però insistere sugli aspetti espressionistici dell’immagine. I suoi movimenti di macchina sono stati descritti dal critico James Agee, che in seguito firmò la sceneggiatura della Regina d’Africa (The African Queen, 1951): Le migliori caratteristiche del lavoro di Huston sono la naturalezza con cui evidenzia gli elementi di una scena e la composizione dell’inquadratura. La macchina da presa si avvicina e quasi aggredisce gli attori durante un dialogo concitato e si allontana diminuendo la tensione se gli attori parlano con tranquillità. Huston non si serve della macchina da presa in modo retorico, non cerca il bello per il bello nell’inquadratura. Ma proprio perché se ne serve con la stessa determinazione di un lottatore impegnato a metter a segno gli attacchi più efficaci, riesce a creare una gran quantità di inquadrature indimenticabili. Ed è forse la capacità che Huston ha di avvalersi delle tecniche di ripresa che sente più adatte ai suoi scopi, al di là dell’ortodossia e delle mode, ciò che dà ai suoi film migliori il merito di rivalutarsi continuamente con il passare del tempo. Tra le molte scene memorabili: Mary Astor consegnata da Bogart alla polizia, e il suo volto dietro le sbarre dell’ascensore che inizia a scendere. Come disse poi Peter Lorre: Tutto funzionava bene in quel film. Ciascuno recitava giusto. Ogni cosa riusciva. E Bogart: Non sono molte le cose di cui sono fiero. Quel film ne è una. Curiosità: la statuetta del falco, in bronzo e piombo, è stata venduta da Christie’s nel 1994 per 398.000 dollari. Il film ha avuto due doppiaggi. Nell'edizione originale, uscita nelle sale italiane solo nel 1945, a guerra finita, con il doppiaggio eseguito negli USA, da attori italo-americani. La seconda versione è del 1984. Di questa versione sono riportati i principali interpreti nella tabella sopra.

Note:

1 ^ Egle Santolini in Ciak, anno V, n° 1, gennaio 1989, pag. 136

Bibliografia:

Il Film Noir storie americane, Alberto Guerri, Gremese

Il Film Noir Americano, Leonardo Gandini, Lindau

Poliziesco americano in cento film, Renato Venturelli, Le Mani

John Huston, Morando Morandini, Il Castoro Cinema







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